sabato 29 agosto 2015

LA BIANCHERIA DELLA NOTTE.

La biancheria
che conduce alla notte
vale un tète-a-tète,
ma se il tiro
è di un'altra,
tanti bei capelli
sciolti sul letto
non valgono niente.

SOLE DIRETTO.

Il sole diretto
mi reca diletto.
Col sole offuscato,
mi sento turbato.

SOLE DI LUGLIO.

Ti stai
scremando
al sole
con acqua e poltiglia...
Esci, esci,
bella creatura
dalla bocca di latte!
Parzialmente,
il sole ti osserva svagata,
ma tu devi difenderti:
tutto quello che ti viene addosso
sembra sfuggire,
forzando il tempo
che l'orologio non accetta.
La gente, quanta sta,
mica se la passa meglio...
Fai bene a conservarti
nei ricordi precisi
del sole di luglio
che resta su di te,
aperta con voglia,
con tutta la panna
del tuo corpo scottato.

venerdì 28 agosto 2015

TRAMONTO STAGIONALE.

La mia natura
è l'albero
che mi cresce
in giardino.
Le foglie
di quell'albero
sono le mie parole,
che in autunno
cadono
sul verde lenzuolo
del mio tramonto
stagionale.

LO SPORCO.

Lo sporco,
uscito dalla vaporosa nebbia,
non si tocca
finché la sua misura,
strisciando,
non si mostra;
allora s'agita lentamente
e cresce.
Esso
è un campione
di tutti gli sporchi
scartati da ogni angolo della terra:
è irregolare,
evidente
e puzzolente.

IL GRANDE CANTO DELLA TERRA.

Non ho esagerato
nel dire quanto parlavo:
la mia bocca era colma
di parole pronunciate
nella certezza che tutto
era importante;
parlavo facendo uso
della moderna "vanvera",
che trasforma ogni cosa
in uno spolverio di vocaboli.
Credevo di essere l'unico
a parlare,
ma quando mi sono ascoltato,
eco riflessa del mondo sonoro,
ho intuito
che la mia voce
apparteneva ad un coro.

PER AMARE IL SOGNO.

Per amare il sogno,
bisogna godere dell'umidità dell'alba
e non soddisfare bisogni
contingenti, in verità molto numerosi.
Prima che il buio
incalzi le brume del risveglio,
una sigaretta
precederà il bacio di una dama velata.
La musica dolce
che nutre il sogno
sfugge ad ogni tocco grossolano,
perché richiede
dell'amore una grande devozione.

mercoledì 26 agosto 2015

CONOSCEVO UN UOMO.

Conoscevo un uomo storiografo
con capelli di lupo,
da pettinarsi alla chetichella.
Aveva mani giganti,
da stringere ad ogni inverno.
Il primo giorno
in cui ho maturato
la sua conoscenza
stavo male,
più avanti divenni curioso.
Venne il tempo
dei lunghi racconti.
Erano racconti fatti a strappo,
venivano rispolverate
vecchie parentele...
L'uomo storiografò
ubertose campagne,
racconti di pani mangiati
con prosciutti smagriti dalle cene...
Ad un certo punto,
appoggiò ad una fiamma
molte sigarette.
Dopo averle fumate tutte,
rivelò che c'era purtroppo
da cancellare
buona parte del passato.

IL LAVORO E IL RISO.

Il lavoro e il riso
sono due opposti
che, come tutti gli opposti,
stanno bene sposati:
il lavoro, senza il riso,
diventa pesante e insopportabile,
il riso, da solo,
può essere più faticoso del lavoro.
Alla fine,
il lavoro, con qualche risata,
diventa un passatempo
e un piacere.

lunedì 24 agosto 2015

L' ASTUZIA DELLA NOTTE.

L'astuzia dell'oscurità
lavora con guanti
calzati, godendo
i mille fruscii
di un boschetto.
Salute a rischio,
tremori sospesi,
canti notturni
e imprevisti rumori.
L'astuzia dell'ignoto
emerge
dallo sguardo attento
del gufo,
immerso
nel silenzio
della notte.

L'UOMO E L'ANIMALE.

L'uomo
usa l'istinto
per comportarsi da uomo
e il cervello
per comportarsi da animale.
L'animale
usa l'istinto
per comportarsi da animale
e il cervello
per evitare l'uomo.

SIGNORE, RITORNA.

Ho fatto un viaggio
tra specchi d'asfalto,
ho goduto
un sole assoluto.
Nell'ombra fremevano
i profili di gente sconosciuta
e viaggiavo
in un paese senza canti
e senza dèi.
La polvere
distendeva per terra
il cuscino del suo abito grigio.
L'unico scopo
del mio viaggio polveroso,
era quello di distinguere
il tenero azzurro del cielo.
Forse, alla fine
di un lungo pellegrinaggio,
da lassù il Signore
vorrà ritornare.

MISTERI.

Questa notte,
con il soffio del serpente traditore,
sfugge un pò d'acqua
dal serbatoio delle porte chiuse.
Chissà
quali misteri sotto la noce
della gabbia arrugginita,
intorno a cui scorrono
riccioletti di tonno
guarnito dalle muffe del formaggio...
Domani
sarà più semplice:
basterà un pò d'ordine
e un mirabile raggio di sole.

OSCURITA'.

Se non sai
perché sono sceso
dalla casa del governo
alla stanza del lato nero,
vuol dire che non conosci la mia pelle
stellata dall'oscurità,
così che
non sfuggirai sempre,
aprendomi la porta
dal lato più chiaro.

sabato 22 agosto 2015

AGRICOLTORE.

Il professore
te lo dice
quando è stanco;
l'agricoltore
si fa una cicca
e tace.
Non si lagna con nessuno
e pace.
Il suo mestiere è duro:
c'è chi lo vede fortunato
e chi lo dice sorpassato.

MEZZANOTTE.

Al punto zero
si getta,
mi getto,
con stile d'uscita dal buio
e raggiungo il paese nel centro.
Si chiama,
mi chiamo,
parole di fronte ad un tronco
e parlo e respiro col cane
mansueto.
Si appresta,
mi appresto,
a seguire
la strada di fronte.
L'orologio
inserito nel muro
rintocca a mezzo
la notte.

TABU'.

Per fare un gioco sfrenato
nella palude
che il fosso rovescia
dalla sponda all'erba profonda,
il soggetto
amante dell'acqua
scialuppa lo strappo
di schiuma che s'apre,
poi si tuffa
e si butta,
imbronciato,
nell'acqua verdastra.
Il dilemma di molti strappi
si risolve
proseguendo col gioco,
alternando gli spruzzi
ai tanti guizzi di fango
segnati con righe
portate dal vento.
Il gioco segue i tasselli
delle antiche corone,
indimentacabile,
ma improvvisamente,
viene interrotto
da una inequivocabile scritta:
TABU'.

IL QUOTIDIANO BENESSERE.

Da una serie di parole,
puù nascere l'ansia di vivere.
Dalle parole sorgono
abissi seducenti
che fanno salire
il livello dei pensieri
e inducono alla fretta.
Quindi,
la ben determinata corsa,
mai troppo veloce,
verso l'agognato traguardo
del quotidiano benessere.

venerdì 21 agosto 2015

POVERA NOTTE.

La sera che nasce
lontano dal sole,
riflette la miseria di luce
della notte.
Il silenzio
testimonia
la colpa.
Povera notte,
umida e fredda.

DIFFICILE.

Il vizio,
sarà vero,
un'abitudine di meno,
ma se non cambia il cielo
cresce la sopportazione
e pazienza,
sarà una linea ovale
da seguire.
E' difficile
regolare l'orologio
con un dito ineducato
e una mano intollerante.

TEMPO VA, TEMPO VIENE.

La punta dei punti
stabilisce contatti
con l'etere;
insomma,
marca il tempo.
Va via
 per primo il pensionato
col numero uno
della malora
e alle calcagna
lo segue
l'agente di gara
per le comunicazioni in tre,
che al primo avvio
lo farabutta
e tace.
Insomma,
punta al punto
del diniego.
Il terzo personaggio
ha un numero costante,
sbarra la porta
e sterza.
Ma tempo va,
tempo viene,
tempo passa sotto il piede.
Al vincitore
andrà un gelato
in forma di scamorza.

FIENO.

L'erba recisa
profuma al sole:
una delizia
di frutta
addolcita dall'aria
tiepida di maggio.
Di giorno,
il sole fascia la terra
di un calore intenso,
che scioglie
anche l'ombra più scura.
Ammaestrata dalla temperatura,
l'erba si alleggerisce
del peso dell'acqua
e profuma.

USIGNOLO.

Adeguato
al ramo d'albero,
dondola tranquillo,
l'usignolo.
Sente l'aria,
la fiuta,
finge l'atto del volo.
Nella notte ospitale,
esalta
la vita crescente:
celebra il rito sublime
del canto, passa il tempo
nell'estasi d'amore.

CAFE' MARTINICA!

Happening bivacco
dopo il cinema latino,
dance session
coi sandali ai piedi,
Jesolo by night.
In spiaggia,
intorno al fuoco,
con pizza e coca (cola?)
Distesi morti
tutti nella notte,
silenti,
addormentati.
Ora tutti svegli,
col buon
CAFE' MARTINICA!

TRATTORE SELVAGGIO.

In mezzo a fasci d'insalata,
nacque un trattore
con le ruote bianche
e gialle.
Si riscaldò col sole
e divenne verde,
poi maturò, crescendo
e pretese del gasolio.
Un uomo
lo prese per il volante
e lo domò.
Adesso
corre sempre dritto
e scava,
scava sempre,
in cerca di un passaggio
per la libertà.

mercoledì 19 agosto 2015

IL MIO DENTISTA.

Voglio conoscere
il mio dentista,
incontrarlo con la tenaglia
in mano
e dirgli:
" gentile signore,
io possiedo una falce
che taglia l'erba
strappandola alla terra
meglio dei denti
che lei sradica
con quella tenaglia."
Spero che
il mio dentista
apprezzerà la mia tecnica
di falciatore.
Spero anche
che non mi vorrà
imitare.

SIRENA URBANA.

E' un guaio
trovarsi di notte
con una rosa in bocca,
le chiavi di casa smarrite,
le tasche vuotate,
la porta di casa sprangata.
Una sirena che passa, avvisa
che la rosa non serve.

L' ACHILLEA.

L'achillea millefoglie
cresce,
fintanto che sviluppa
il dorso,
le ciglia,
la fessura di una bocca
e poi ride,
a foglia aperta.
Ingrassa
la radice
purché il suo fiore
si allunghi;
succhia la terra
e forma la linfa.
" Verrà un seme",
promette,
"verrà il mio bel seme".

I SOGNI DELLA TERRA.

I fiori:
i sogni della Terra.
La vita
rinnova forme lontane,
odori profondi.
Risale,
risucchia,
si vuol far vedere:
le Terra, sublime,
si adorna coi fiori.
Ancora più bianca l'aurora,
ancora più rosso il tramonto.
Sacrificio di petali
per un letto d'amore.
Lontano,
il silenzio.
La Terra,
coi fiori,
racconta i suoi sogni

MATTINO.

S'immagina linea
quella che viene diritta
e poi sfugge.
Ancora un giro, di nuovo...
" Su, lasciatemi entrare!
Posso diventare
il motivo del gioco?"
e sussurra,
bisbiglia,
sprofonda
in un colore di perla:
"guardatemi!"
S'immerge pensosa...
è giunto il mattino.

martedì 18 agosto 2015

NELLA SOLITUDINE FIORITA.

Per viaggiare,
per andare nell'isola,
si naviga,
oh, si naviga,
verso fiori
di tanti colori.
Si arriva
nell'isola sperduta
nel mare,
tra profumi dolci
di essenze rare.
Si sbarca
in una solitudine
di signori,
che presto scompare
in una moltitudine
di fiori.

PIACEVOLE VIAGGIO.

Il piacere del viaggio,
in equilibrio tra mare e montagna,
porta
all'attimo felice di un sorriso;
il viaggio vale
una espressione di tratti
atti all'ammirazione.
Una felicità spumeggiante
promette
una serie di stupendi ricordi.
La strada è scorrevole,
il viaggio piacevole.

ESPLORANDO LO SPAZIO.

Esplorando lo spazio,
godevo di domenica
una notte incerta,
uscendo da una porta
per entrare
dove nessuno
mi poteva fermare.
Potevo fumare
e guardare.
Ero ai limiti dell'acume,
la vista e la sopportazione
non avevano fine.
Ripresi,
al secondo starnuto,
la porta di casa.

GENTILE SIGNORA SUL LETTO.

Soluzione,
alcova...
Gentile signora,
se lei fuma
qualunque cosa,
per forza
quell'infezione
al ginocchio!
Ma si curi,
si intenda,
si prosegua
guarita,
risolta,
si stenda
sul letto!

UN VERO LADRO.

Un vero ladro
si fa un'idea
di essere un attore
che lavora
usando solamente
la sua chiave.
La sua idea
lo domina talmente
punto a punto,
che l'infatuazione
gli fa venire
la risoluzione
di girare la chiave,
per andare
a rubare.

LA TERRA ASSORBENTE.

Il solo respiro
fa l'albero alto,
che succhia
l'aria plasmante
e sale,
per farsi imponente.
L'albero
canta la vittoria
sul vento.
Molte cose
cadono sulla terra
assorbente:
anche l'uomo
si equilibra felice,
sotto il cielo
possente.

domenica 16 agosto 2015

QUESTO PIATTO DI LASAGNE.

Brontolone
stomaco pigro,
mio caro,
medesimo intestino:
so che tutti
dobbiamo digerire.
Alle undici
si può anche aspettare,
mezzogiorno
incalza a tutte le ore:
il passato
è stato un pascolo verde.
Il presente
è questo piatto
di lasagne.

SOTTO LA PIOGGIA, SIGNORA.

Mia signora,
l'acqua scende senza tempo
dal cielo dell'amicizia
e piove.
Comandi pure ogni aiuto,
il mio soprabito
le farà da ombrello
e da rifugio.
Staremo insieme
in una notte di nailon
arricchita dalle stelle.
Mia signora,
ritrovarci
sarà come passeggiare
insieme
senza meta.

CAMPAGNA ARATA.

L'immagine
della grande campagna
cresce, si allunga,
rimonta lo spazio
e si perde
in una vasta distesa
d'argilla.
Non un solo confronto
col sasso,
ma un paragone
col vento, col mare,
col grande ventaglio
del cielo.

TRAVESTIRSI DA TOPO.

Che sciocco problema
irrisolto,
questo volto sepolto nella cenere,
trasformato in corpo
imbiancato dalla polvere!
Con la politica si fanno
stracci zuccherati,
rosi da nugoli di topi,
educati da abili antenati.
Grossi topi rodono,
per nutrirsi e amarsi.
Che furbo intendimento
questa uscita frettolosa
dalla faccia d'uomo
per entrare
nella maschera del topo!

LA VOCE.

Quando si alza
la voce cantante,
la voce offesa dai movimenti anticipati,
la voce servita da una truppa di parole,
la signora riceve la servitù
e gli parla, gli sparola
il completo delle raccomandazioni;
la voce
si alza
su supporti d'osso,
per vendicare le offese
del fumo che vorrebbe appassirla,
ma lei, la voce,
prima resiste
e poi canta.

ITALIANOTTO.

Non avrei mai creduto
che fosse così facile
impossessarmi di altri abiti
e travestirmi da italianotto.
Essi appartenevano
a chi teneva in mano
una palla indorata del mistero
che gli era stato padre
e maestro di due canzoni almeno.
Eppure adesso mi viene addosso,
pigolio e pigolio quasi richiamo,
l'altra forma di me stesso.
Adesso sono proprio a posto:
mezzo in piedi e mezzo a letto,
socio della birra e italianotto.

sabato 15 agosto 2015

PRIMAVERA AL VENTISETTE.

Venne il giorno
detto delle illusioni:
la spesa si scioglieva
dentro gorghi di soddisfazione.
Ben presto il sole aprì
il suo scrigno tra le nubi.
Venne un giorno d'oro,
tutto gemme e bei colori;
intorno ai fossi gocciolanti,
perle e ancora gran tesori.
E quando
le bisacce furon piene
di delizie e di calore,
ad un tramonto assai grazioso
seguì una luna
abbondante di lingotti bianchi,
tutti argento e luccicanti,
finché il tempo si ristette,
alla data ventisette.

venerdì 14 agosto 2015

UN VIAGGIO IN BICICLETTA.

Per un viaggio in bicicletta,
l'idea sostanziale
è di una giornata di sole,
meglio con un piccolo vento.
Durante il viaggio,
lente percosse
e poche caraffe di vino.
Se viene l'acqua,
si vince a guado,
evitando le risse.
Per l'arrivo
è ideale
almeno un'ora di luce,
prima di sera.

LA STRADA DEL FUTURO FOCOLARE.

Finalmente lo spirito del vino
si inebria
di orizzonti a mare.
Oh, la schiuma bisestile,
oh, le reminiscenze antiche,
oh, il paradiso di parole
espresse con il lessico
del secondo giorno a scuola!
Finalmente
un balenio di fiaccole
dalla forma d'animale...
Chi ha il baffo
se lo intinge
nel bicchiere dell'amore
e ricerca, piano piano, la strada
del futuro focolare.

COME SI VIVE GIOVANI.

Quando si vuol scoprire
come si vive giovani,
si devono aprire i palloni
delle ganasce
fino a ridere con un'aria interessata.
Quando si vuol stare insieme,
basta d'intorno un pò di fette di salame,
delle uova appositamente
lontane dalle galline,
un coprifuoco immaginario
per mangiarle
ed una notte
con o senza Luna.

VITA TRANQUILLA.

Alla lunga,
il ponticello appare
più bello della vela
che non sfugge al vento.
Alla lunga,
la curva giovanile
scompare,
come le speranze
rinsecchite dalla miseria.
Alla lunga,
rimane la benedizione
della vita scarna,
libera e tranquilla.

CAMPAGNA.

Appare e ricompare
l'immagine sconfinata
della miseria umana.
In fondo,
l'orizzonte piscia,
oscenamente esposto.
L'albero,
caduto in disuso,
marcisce tra funghi
e formiche.
Ci sono enormi errori
di distanze
e di forme.
Sale e poi scompare
l'ombra,
senza più sostegno.


LONTANO DA MILANO.

A scatti, a strappi, a morsi,
lascio la Lombardia;
vorrei dire quant'è lontano
il luogo della casa mia!
Mi impegno ad usare
il treno accaparrato
e vado, veloce, affamato,
fino alle tracce
di un'evidenza amara.
A Torino, fuori strada,
ormai lontano da Milano,
mi fermo anch'io,
con lo scontrino in mano.

mercoledì 12 agosto 2015

SENILITA' MIGLIORE.

Le donne anziane,
esposte ad est,
vivono più a lungo
delle coetanee,
rivolte nelle altre direzioni.

NELLA FOLLIA.

Nella realtà,
quello che appare
non è sempre vero.
Nella follia,
quello che sembra
è sempre vero.

VIA COL VENTO.

Con lo scopo di sollecitare
il motore
della macchina rapida,
l'autista fa in curva
una grande frenata.
Per effetto di tale manovra,
c'è aria di compravendita
d'olio e di benzina.
Una sensazione di rimorso
intristisce
l'animo del guidatore,
ma poi lui vede
qualcosa di nuovo
e corre lontano,
con un forte lamento,
più forte del vento.

UNA VERSIONE DELLA NOTTE.

Se fosse possibile,
non sarebbe impossibile
spegnere la luce.
Appena quando fosse buio,
cesserebbe la luce
e tutti i raffreddori
diventerebbero
comiche versioni
di tromboni.
Se si potesse,
non sarebbe impossibile
spegnere la luce.
Il buio, attualmente,
à una versione superata
della notte.

GUADO.

Passami la mano,
che ti vengo in aiuto.
Attraverso il passetto sulla ghiaia,
ti tendo la corda di nylon.
Cosa vuoi fare
per trasformare la doppia
occhiata in sguardo,
fino a porgere
l'aiuto della mano ovale
sulla ellisse di due tronchi
equilibrati sulla corrente?
Quel rametto che mi tendi
è proprio un gran portento.
La salute si accompagna
a chi attraversa i fossi
con le gote dilavate dalla pioggia.
Devi anche tu
intrecciare la cordicella
con la seconda mano,
constatare la nullità dell'incertezza
e slanciarti,
gomito dietro gomito,
verso il cambio della sponda,
Se ti pare di passare,
il nylon e il suo buon uso
risolvono ogni incertezza.

CAN CHE ABBAIA.

Can che abbaia,
non dorme.
Can che dorme,
non morde.
Can che morde,
non abbaia.
Can che non abbaia,
prima o dopo dorme.

GLI IDOLI DEL PASSATO.

Gli idoli del passato,
quelli che adesso
costruiscono automobili,
vengono spesso a trovare
le guizzanti particelle d'ombra
che stanno tra un giorno
e l'altro.
Strusciano,
ahimè cigolando,
sui cardini affettuosi dei baci
e indulgono a scorrazzare
tra selezioni di affetti
e mance generose di dilettanti.
illusi di aver trovato un lavoro.
Gli idoli del passato
corrono sulle autostrade estive
e si fanno incontrare,
magari con un panino in mano,
magari senza profumi costosi.
Di essi si può chiacchierare
nelle pagine cadette dei diari,
come fosse il piacere
di un incontro fra tanti,
veramente gradito.

AUTOCANZONE.

M'illudevo
di essere il primo,
ostinato, cocciuto,
infelice
e volevo indossare,
da solo,
tutti i più vecchi
maglioni scoloriti
che possedevo.
Per farmi fesso,
pronunciavo il mio nome
peggiore,
talvolta arrivavo
a pronunciare,
per ultimo,
il mio nome completo.
Sedevo,
lottando contro
le emorragie dei calzini
e poco o nulla
facevo
per disperdere intorno
grazie e confetti.
Insomma,
incominciavo dal folto,
da quella grande palude
di piedi che immergeve tutto
in un grande sifone,
per trascinarmi zoppicando
in un angolo della cantina
ad intonare, da solo,
qualche rustica nota musona.

ACCESO AMORE.

La fiamma
inghiotte l'ombra
con un singhiozzo ingordo.
Immediatamente,
il caminetto illumina
tutta la stanza
e dà una sensazione
di acceso amore.

martedì 11 agosto 2015

I CORSARI.

Passa la bottiglia
conservata dal tempo paziente
a galla, lontano
dagli affari divertenti
della gente presente.
L'ambiente aperto,
sferzato dall'aria,
è più interessante
e più ricco
di bottiglie vuote,
lontane.
L'abbondanza di bottiglie
induce a pensieri
sulle scorrerie
di antiche comunità corsare.
I corsari arrivarono
con bisacce colme di provviste
e stancarono molto
i cavalli, andando di corsa
con le loro scorribande,
tanto
che i cavalli non andarono
più avanti
in quelle folli scorrerie.
Così i corsari
abbandonarono i cavalli
e presero la via del mare,
lasciando galleggiare
le loro bottiglie vuote.

LETTO E RIPOSO.

Aprendo oggi
l'orario del lavoro,
io che sono lei
spalanco la bocca lei,
piena d'acqua espressa:
un'apparenza di fiume
sulla campagna,
mi stravolge.
Io dico che mi conviene
restare a casa.
Lei è il me stesso
che mi consiglia.
Annuso l'aria
dalla finestra
e starnuto.
Il mio lei
 mi consiglia
letto e riposo.

VENTO.

Ti sento così misterioso,
respiro della Terra...
per questo ti cerco
e mi lascio sfiorare
dai tuoi veloci passaggi.
Che fai,
quali messaggi mi porti,
che voglio ascoltare con attenzione?
Mi porti anche nuovi profumi?
Cos'è questa musica
nella tua scia?
Oppure è solamente
il segni violento
di una tua scorreria?

CORRIDORI.

Venivano giù dalla curva
seguendo un segnale,
veloci come frecce.
Erano  raccolti da un buon filo
tessuto ad uncino,
come un bavaglio.
Il sudore si raffreddava,
in discesa,
per loro che correvano
con abiti di vari colori.
Le loro mogli
erano ragazze,
che li aspettavano a casa.

lunedì 10 agosto 2015

OGGI.

Oggi
è
un granello
di terra.
Quando
la terra
germoglia,
allora
è domani.
Per sempre
è la pioggia:
delusione
e speranze
in gocce
trasparenti.
Il sole
rimane
la traccia più
sicura
di un cammino
infinito.

"BUONASERA".

All'anima capriola
della gente!
Quella, sferruzza la schiena bonsai
dell'amante,
soddisfatta dalla divisa
della luna,
che viene a baciare
la notte.
All'anima del montone,
quando manca
lo spirito dell'incontro.
Si aspetta la luna,
che la gente guarda
e poi dice
"buonasera,"

O SENZA O PUNTO.

Se non è troppo grasso,
o anche moschettone,
pompa il mandolino.
Suda a parte,
suda a salti,
suda il ciuffo
sulla fronte;
teso
e corda e musica
o anche baffo, o bisteccone,
senz'acca, o
senza segno di cursore,
senza un punto
per la conclusione.

domenica 9 agosto 2015

INFINITO.

Il gran cielo deserto
è senza confini:
è immenso,
è ampio,
è pieno di stelle luminose.
In solitudine,
veglia una luna
guardiana.
Il vento,
che di silenzio
non ne vuol sapere,
fruga ai confini dello spazio.
Il gran cielo deserto
fugge, ritorna,
si espande infinito.

SEGUGIO.

O l'insegue il cane di punta,
chissà dove va,
forse dalle amiche famose,
forse si chiama Presidente...
oppure va
contro un ombroso senza cappello,
che cammina di notte
e va a caccia di cani abbaianti,
ben protetti da solide reti
e amorevoli guinzagli.
O quale notte
a scavare, a scavare nel buio
in cerca di gloria!
Un osso emerge,
biancheggia,
il cane lo punta,
lo trova,
lo annusa,
lo mangia.

NON RICORDI NIENTE.

Non puoi capire
niente dei rumori
originati da saltelli
sul pavimento di vecchi legni
ora usati per farsi una mansarda,
anche se poi, alla fine,
si viene a sapere
che sono la ripetizione
di vecchi ricordi.
Non afferri il senso del passato,
perché pensi solo a tragedie
e ascolti, sì, attenta,
insoliti cigolii
su tavole bianche,
ma non vuoi ricordare,
non vuoi tornare indietro
con la mente...

L'ARCA NUOVA.

L'Arca grande,
l'Arca novella,
è aperta.
Noi diamo di gomito
al numero portafortuna
e poi giriamo al nero,
con un grande dolore
alla testa.
Un sipario di nailon
ci divide dall'Arca:
tendiamo le mani
sulle valigie
e facciamo, partendo,
un grande affidamento
sulle sue qualità
di buon galleggiamento.

LA PRESENTATRICE.

Seguite la figura della presentatrice,
seguitela nel campo di burro,
finché si arresterà,
infiocchettata fino alle midolla,
davanti a un pulsante bazar musicale.
Seguite tutti la donna fatale
dai capelli lunghi,
tostati ben bene
dalla parrucchiera del centro
e poi sentirete le belle papere
di quella presentatrice con folta criniera,
che vi racconterà di tutte le esperienze
della sua carriera in atto
e pur già fin troppo esibita!

venerdì 7 agosto 2015

SULLA LUNA.

Le forme lontane
danno l'incognito accenno
a pensieri di viaggi perduti,
però ti lasciano
solo, in mezzo
alla pianura stempiata.
Ad un'ora dal tramonto,
in discesa, un sole
da grande giornata
e un'ora dopo,
pura pazzia della luce,
una lunga scalata
fin su,
sulla Luna.

IN FRAC.

Mi sto godendo
il mio frac in fretta
e agli altri gli dico:
"Ghiottoni,siete in condizione
di singhiozzo!
State in pace
con la vostra misura!"
Mi ci vorrebbero
istecchiti a due a due,
a comando.
Mi stanco di seminar tracce
dietro a convulse funzioni,
così mi decido
a cedere l'occhio
dietro quella donna elegante,
che mi dice:
"Mi consenta, ghiottone,
di offrirle un pochino
del mio corpo devoto."

giovedì 6 agosto 2015

L'INVERNO SI AVVICINA.

Se non si facesse questo
(e questo è quello che non si può vedere),
andré a stappare il boccolo
della bottiglia-bambola sul davanzale;
(Che cosa fa il balcone senza la tendina?)
"Mè, segnor, me ne farei leccasei, lecca-sette!"
Un giorno che c'era l' ora del sogno,
la chiesa lontana di sera vide spargere una luce ridente.
Ristetti a godere un'attesa esitante.
" Mè, segnor, magnarè le do ciape da la forma nera
e dopo ci meterè anche la cintura!"
Per la rubrica del cuore
ci sono questi due puntini:
un colombo e una tortora. Il vento a mezzanotte
deruba l'aria del suo velo da sposa.
Un bel golfetto sulla spalla nuda...
l'inverno si avvicina.

IO NON MI PIOVO.

Io non mi piovo,
ma se mi piove
il piovasco in discesa
dalla grondaia
mi bagno,
mi sciolgo
in brandelli di pelle umida
e fredda.
L'effetto del freddo
mi fa starnutire
e la pioggia m'inzuppa,
ma non me ne faccio
un problema,
perché
io non mi piovo.

mercoledì 5 agosto 2015

SONO BABBO NATALE.

Navigo sopra ai rami dei pini
e mi diverto
con tutti i miei doni.
La luce della mia slitta
è intermittente, perfetta:
rosso-bianco, bianco-rosso.
Manovro a slitta piena
e mi diverto con la discesa.
Freno,
premo il pedale,
controlla la corsa
e atterro:
sono Babbo Natale.

CADE UNA FOGLIA.

Cade un frutto del vento,
cade una foglia:
sembra che spaziando gli intervalli
voli fingendo,
così inerme
e così fragile...
se ne può pensare di tutto,
è tanto leggera,
ma riesce a seguire
tutte le regole della discesa.
Inoltre,
quando cade nel fiume,
galleggia
e si salva.

SCRIVO DEL VINO.

Scrivo
dell'amico del pane,
ovverossia
del liquido che sgorga dall'uva
e sfocia nella bocca:
intendo scrivere
del vino, cioè la grandine sconfitta,
cioè l'interesse della vita sulla Terra,
cioè la barzelletta contadina,
candido come una risata inconsapevole,
sanguigno come una conquista,
delicato come un complimento,
tagliente come un compromesso.
Dico che quando si beve si riflette
e sospetto che ogni riflessione
contenga una carica frizzante di Prosecco;
sostengo l'utilità del Verduzzo
per il recupero della memoria
e consiglio vivamente
il pastoso Marzemino
come un toccasana contro la solitudine.
Per quanto riguarda
la buona compagnia,
è provato ormai dai fatti:
è sempre il vino
che porta l'allegria.

IN CASA, CIRCOSPETTO.

Quando mi troverà
l'animale che dorme a due piazze,
attirando su di sè il campanello dei richiami,
mi alzerò dal tavolo
dei plurisezionati,
perfetto
e deciso a bloccare
l'uscita evirante dei saluti.
Mi mangerò, oh sì, mi mangerò
la parte istruttoria del processo,
quella delle perdite senza profitti
e mi dichiarerò, me solo,
dodici volte vivo,
abbaiando dall'inizio alla fine,
con rabbia guardiana,
contro quella sagoma minacciosa,
avanzante,
dalla nitida forma animale.

lunedì 3 agosto 2015

PROCEDENDO IN BASSO.

La decisione di raggiungere la meta,
mi aiuta a procedere in mezzo al labirinto
delle lucciole ammiccanti
e vado,
nelle  misteriose selve dell'ombra
affollata di pensieri casalinghi,
fino al gran salone
affollato di sospiri
in chiave di consenso.

domenica 2 agosto 2015

MEETING.

Si va preparando
un appuntamento
a vertice poligonale.
E bene,
sul tavolo dell'incontro
avverranno consigli sminuzzati,
in corrispondenza dell'eclisse degli sguardi.
Poi,
quella fase di nervi tesi si scioglierà
e, tra ragazzi e ragazze
verrà anche il momento delle chiacchiere
in martellante cicaleccio .
Ce ne sarà per tutti,
accumunati nell'ascolto,
irrigiditi dall'ansia della verità.
I burberi dalle forti mani
sorrideranno,
addolciti dalla paziente attesa
e si ritroveranno tutti insieme,
comodamente seduti.

ATTRAZIONI LUMINOSE.

In seguito ad un incidente
il piacere, quel muscolo in ombra,
finì affettato dalla spietatezza di un albero.
La nostalgia della luce
lo aveva guidato
verso fascinose, accecanti scintille
e non si accorse, l'ingordo sghignazzone,
che fu pura follia
lasciarsi trascinare
da attrazioni luminose
quando avrebbe potuto condurre
una lunga, felice esistenza
immerso nei miti languori
della comune prudenza.

sabato 1 agosto 2015

SUL FANGO.

Camminando sulla sanguisuga
terra imbombata di tanti litri d'acqua,
ti trascini sul fango,
ti impianti come una ciliegia sulla torta,
ti inghippi in mezzo ettaro di difficoltà.
L'analisi logica del fango inizia dalla colla.
Volentieri si cammina e si suda:
alla fine, all'arrivo,
dopo la sudata,
l'abito si cambia,

IN SERATA.

In serata
c'è da difendersi
dal vento,
giunto per dividerci;
c'è da dirlo
a tutti quanti.
In serata
c'è da stare
insieme accomodati
ad uno, ad un altro,
dipende dall'umore.
In serata
si dà il via
alle notizie
e ci si riunisce,
comunemente sbiaditi...
intorno, d'intorno,
al riparo dal vento.

SOTTO LE ALI DEL CORVO.

Ci sta sopra di noi
un gracchiante volatile
che ha rubato alla notte
il suo colore.
Passeggiamo sul tappeto di foglie
del pioppeto
in miseria d'anni
e di misteri.
Malgrado l'arco tenebroso
di quelle ali,
ci stiamo bene insieme,
scambiandoci lunghe frasi,
molto familiari.