mercoledì 25 maggio 2016

NOTA AUTOCRITICA.

Cercavo un critico che mi criticasse,
ma non l'ho trovato.
Ho riflettuto a lungo, poi ho cercato
di sdoppiarmi, come davanti ad uno specchio.
La mia parte critica,
quella dello specchio,
si è accinta ad un
compito inconsueto.
Ho letto le pagine di questo mio libro
estasiato dalla vacuità dei concetti
che ne emergevano,
affascinato dalla quantità di corbellerie
raccolte in così piccolo spazio,
entusiasmato dall'uso coraggioso
di termini assurdi in tale misura
da rinnegare il più comune buon senso,
affascinato da metafore oscure,
ancora più oscure
senza un codice d'accesso,
divertito da innumerevoli battute
che celavano la celia tra le righe,
rallegrato nello sfogliar pagine
che rispettavano le regole canoniche
solo nei numeri, sul fondo.
Addolorato solo da una cosa: di
non aver trovato
un critico che mi criticasse.

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