lunedì 4 luglio 2016

BIVACCO.

Usai
una gobba di luce
per entrare
nell'antro del monte
e feci bene:
all'interno riposai,
seduto sopra un masso.
Il cielo se ne era andato,
tanto non serviva più...
Bisognava pensare al bivacco
e quindi ci voleva un fuoco.
Assolsi al compito specifico
con molto zelo e qualche graffio;
davanti al fuoco
mi trasformai in cuoco,
esibendo tre sardine
prive delle spine,
condite con il filo d'olio
della scatoletta.
Una delizia,
assieme alla bruschetta.
Il sonno sopraggiunse
quando il fuoco si spense.
Di notte
feci la parte di chi sogna
ed era bello
sentir battere il cuore
alla montagna.

Nessun commento: