Con l'acqua e col fuoco
il corridore,
inseguendo le sue illusioni,
toccava la terra coi piedi
e il cielo con le mani.
Egli sapeva bene
che quello era il modo migliore
per avanzare
-non solo-
ma anche per emergere
dalla spazialità della strada,
cosicché diventava anch'egli
pianeta, stella, asteroide,
satellite del suo viaggio terreno.
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