mercoledì 30 settembre 2015

AI FIORI.

Ebben,
ch'io mi tessa una tunica addosso,
se il mio cor non s'infiora di rose
quando il tremor della pioggia
sulle foglie si duole!
Ch'io sia tapino e mentecatto,
se il color dei fiori
non m'inviola gli occhi,
non m'arrossa la gola,
non mi frange la bocca
di frondute speranze!
Il viver mio,
guardando e mirando,
trascorre e si tace.
Ch'io mi cangi da carne in sale,
se il gonfior che fa le calle piene
non darà alla mia voce
ad ogni ameno parlare
il tono arguto del grande Archimede!
Che la durezza delle mie ossa,
ribollendo come periglioso mar,
al cader del vento mi lasci
come masso d'ardesia
s'io potrò mai dimenticar,
allo scioglier dell'ultima neve,
la gloriosa fiuritura degli angelici crochi!
E dunque,
ardendo e ghiacciando
col proceder delle stagioni,
la mia vita scorrerà lieve,
come il vento tra le foglie nuove
delle aquilegie montane.

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