Il braccio descrive
un arco svolazzante.
Spegne l'ardore iniziale
ammorbidendosi con brevi impulsi
di curiosità,
ma poi finalmente approda,
esplosivo, nell'azione.
La forza gli fa scaturire
un peso che gli è di aiuto;
la dieta, un nuovo dramma dello spreco,
naufraga indegnamente.
Ecco l'estrazione:
piuttosto di finire toccato
da pareti vacillanti,
chi si nasconde esce
per cercare di incappucciarsi
entro i termini
del primo guasto commesso.
Il braccio, dopo un'incertezza
dovuta a certi spasmi inevitabili,
si ritrova nel simbolo falsificato
dell'organismo.
Un dottore potrebbe intervenire
con la sua patente a farfalla,
ma come aggiudicare gli errori,
nastro dopo nastro,
se chi si nasconde
non ha un volto
con cui parlare?
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