venerdì 2 ottobre 2015

LE RISCOPERTE DEL VECCHIO DOMANI.

Nel mio intimo,
singhiozzo e sospiro,
piombando sulla calamità
di un'altra notte da passare
e mi tormento
per non essere sasso,
figlio di monte.
Nel pollaio della mia carne,
godo l'aspro fetore del tempo
senza un lamento,
senza un rimpianto.
A capofitto, mi giro, mi muovo,
sollevo la fronte,
mi slancio contro i ricordi sgraditi,
contro le guerre,
contro i divani,
contro i bicchieri
svuotati dai camerieri.
A malapena,
ascolto il ritmico verso del bollitore,
di controvoglia
inietto gomitoli tra ripostigli di lana.
Tenace come un uovo bollito,
forte come una radice d'acacia,
luminoso come una siepe sfrondata.
Combatto contro i colpi della Luna,
lontano dalla più vicina forma umana,
sicuro da ogni offesa di cancello,
di paragone,
di gesto maldestro,
di delusione amorosa.
Nel mio silenzio,
riposo
tutto il peso delle mie gambe vagabonde,
delle mie braccia artigiane,
del mio fiato contadino,
soprattutto
indirizzato
alle solite cose,
alle solite azioni,
alle riscoperte del vecchio domani.

Nessun commento: