lunedì 12 ottobre 2015

PAROLINO SETTE.

Dopo aver espresso
un piacevole motivo alimentare,
Parolino comincia la recitazione:
niente pietre, niente sabbia,
nessuna bottiglia, né bicchieri.
Solo doveri e ricordi.
Parolino uno, Parolino due,
la storia è la stessa
di quando si parlava in rima
con una pistola sotto la gola.
Scherzi, insomma,
con la pistola in mano!
Parolino ha un soprabito grigio,
gli zoccoli sotto i suoi piedi
sono molto veloci;
è insomma un'espressione valida
di un valido attore!
Lo studio lo ha formato,
la pratica lo ha forgiato,
un turco lo ha infinocchiato.
Parolino tre, Parolino quattro;
il crescendo dei numeri
ha l'orario preciso del tempo,
ma poi il fastidio della noia prevale
e Parolino gioca, guarda,
si impegna a camminare per terra.
Quando sorride
è l'ora del riso,
quando mangia
è l'ora del pranzo,
quando dorme
è l'ora del sonno,
quando è notte,
Parolino sogna.
La recita dei sogni si conclude presto.
L'affannoso dormiveglia
trasforma in zavorra
la sua mole, alleggerita dal sonno.
Parolino cinque, Parolino sei.
Durante il giorno,
esce dal letargo delle ore nere,
gonfiato dalle promesse
dei suoi occhi curiosi
e rende favore
alle sue recite giornaliere,
espresse in modo tanto bizzarro
da risultare moderne.
Parolino comincia sempre
col denaro della soddisfazione,
talvolta cade nel dubbio,
ma poi una risata risolve ogni cosa!
Incide lunghi passi per terra
dimenandosi a lungo,
adagia la schiena lungo il corso dei fiumi,
aggancia gli aculei delle dita
sulle poltrone del cinema,
controlla la corsa dei numeri
finché arriva a sette,
poi torna indietro.









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