venerdì 9 ottobre 2015

SONO STATE TRE LE SPERANZE.

Terza parola magica
in una tavola sulla parete
e alto, alto alto,
il fiotto di un ciclone nero.
Il terzo mercato
presenta affari fumanti
e spesso, anche domani,
finisce il conteggio.
Lavata, spogliata, derisa,
incastrata, nervosa, pesante,
per molti versi presente,
davanti alla scuderia paesana
la folla è vento prepotente.
Dolce, dolce, dolce,
esce dalla pescheria
un certo attrito
snervato, sfinito, stupendo,
terzo nel gruppo
degli inesistenti.
E' appoggio sullo schienale,
forte aderenza di grasso secco,
vetta di permanenza!
Sono tre i segreti
esplosivi, attraenti, sorprendenti...
le comari accorrono
con le lenti,
si passano la lingua sui denti;
i loro mariti, intanto,
distillano il vino.
Male, male, male,
l'invidia sul letto,
l'innocenza bastarda del seno,
l'incapacità naturale a ubbidire!
Tre penne per ogni mano,
tre pugni sulle poltrone:
la famiglia è riunita.
Bene, bene, bene,
le foglie prendono il rosso autunnale,
da levante sorgono castelli rosa,
a ponente tramontano mantelli neri;
ogni punto cede un poco alla volta;
vicino all'asse ,si stacca.
Sono state tre le speranze,
sono ancora tre le esigenze,
saranno tre anche le assenze. 

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