mercoledì 1 luglio 2015

A SCATTI E A MORSI.

A morsi,
in sogno un allegro cavallo,
una covata di fagiani,
un'allegoria di lepri in corsa;
a scatti,
da una frase la salvezza
da oscure sentenze,
dalle rovine del muro,
da ogni libertà d'azione,
da una cornice di nubi.
La decisione di partire,
di scendere,
di risalire,
sempre in gara,
sempre in gamba,
sempre in festa.
E morsicare:
dentro,
dove si nasconde l'acqua,
l'affilata, degradante
vertigine delle presenze sconosciute;
fuori,
dove esce l'acqua,
la sfarfallante,
generosa
rugosità dell'aria.
Scatti tra le braccia,
sull'erba,
a cavallo,
per conquistare la carne di un'altra giornata,
per inventare un altro scherzo,
per parlare di nuovo,
piano,
sotto le foglie
di un grosso acero rosso.
A saccheggiare il tempo
come cani feroci,
noi stessi e le nostre tasche sfinite.
A scatti,
chiedere l'ora ad ogni orologio,
a morsi,
disporre del pane più del piacere
e mettere le mani
sugli schedari delle cucine,
restando alla fine
inchiodati tra la periferia e i confini.
Senza gli occhi,
non si sovrappone nessuno alla luce,
nessuno,
senza un permesso,
può accendere candele.
Un invito al sole
dà uno scatto
che bisogna trattenere come un segreto,
scivolando sotto il tavolo
per godere dell'ombra del legno.
Anche restare in vista è uno scatto,
guardare è un morso,
si nuota per non traboccare.
Il fulgore stempiato della scienza
si mostra ad ogni caduta di foglie
e non serve a niente
se non all'asino
che lo governa.
A morsi,
ad ogni tratto,
l'oblungo schienale del giorno
tende l'arco della sua carezza;
a scatti,
riemergono dalle credenze
ghirlande di perle nere,
convinte e decise
di poter resuscitare per sempre.
Quanto piacere
consumato ogni giorno
a morsi,
a scatti,
per riuscire a dormire bene
tra i sogni e i risvegli,
a discorrere con la musica sotto la lingua,
vivacemente sorpresi
di ogni minimo spruzzo di pioggia!
Sulle piastre degli abiti
o tra le cornamuse delle strade,
restare soli a guardare la Luna
e passeggiare a scatti,
dolendosi della distanza.
Ritornare a casa
per strappare a morsi
una biccherata festosa
e gradir sempre volentieri
un nuovo ricciolo fresco tra le mani.
Il vento dei pensieri
muove le tende,
esce dai balconi.
A morsi
sbranare la nebbia,
a scatti
scavare più in fondo,
chedere al Sole nuove promesse,
proporre alla Luna
nuove stravaganze.



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