Anch'io sono un esercito.
Quando mi immergo rapidamente
nel vivo di una battaglia commerciale,
l'elenco delle fatiche
mi si arricchisce di vittorie.
In un certo modo,
parteggio per le combinazioni;
così passo dalla cruenza della lotta collettiva
all'incruenza del riposo solitario.
Non sono meritevole
delle strisce della mia divisa,
ma le trovo utili per le parate
e per difendermi dall'umidità della sera.
Chi mi conosce non mi teme,
chi mi deruba resta deluso,
chi mi rapisce mi riconduce a casa,
chi mi ama mi fa pedinare.
Anch'io lotto, nell'impegno delle ricerche,
per riconquistare il mio dente d'oro!
E sia ben chiaro, non faccio la parte dell'asino
nell'applicazione dei miei piani strategici!
Poi le battaglie coi nervi,
chi mi costringono a rovesciarmi
sulla schiena per un prurito insopportabile,
le lotte contro le mosche
calde di suicida follia
sulla mia pelle impermeabile,
i guizzi serali,
raggio contro raggio,
tra i miei occhi e la luna...
La realtà della vita mi rende combattente
e alla fine ne esco vincente.
Il dolore mi rende alla fine
sgomento e deluso:
attualmente conservo soltanto il ricordo
del mio ruolo di fante.
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