domenica 27 marzo 2016

SICCOME E' DOLCE IL RICORDO DEL TEMPO.

Siccome è dolce
il ricordo del tempo
trascorso nelle occupazioni preferite
(il sogno, la danza a cavallo,
la composizione spiata, la digestione),
siccome un'altra volta
non si ripeteranno più
nello stesso modo
le stesse cose
a causa di molte ragioni
(il caldo, gli spaghetti salati,
le zanzare curiose, il tutto esaurito),
e siccome non si potrà mai
dire niente che non sia già stato detto,
né fare niente che non sia già stato fatto
(il primo discorso sui fitti bloccati, la discussione sulla razza dei pesci,
il terremoto in Australia, la caccia alle rane cantanti),
allora ci dovrà pur essere
un tu fraterno che condivida
muscoli ed ossatura
coprendoli di morbidi panni,
o ancora un severo cultore di libri
che ripeta per sempre
la giusta posizione dei caratteri,
magari nello spazio di un vulcano
appena spento o in un'isola senz'acqua....
Il fiuto di un agricoltore
per ogni ciliegia riprodotta!
Allora, anche attraverso
gli atavici imbrogli del tempo
frammisto alle fiabe
(solo questo o solo codesta?),
anche il più breve mingherlino
si potrebbe sedere tranquillo per terra
(per la lupa sarebbe troppo piccolo,
si dovrebbe accontentare...)
e inframmezzarsi in un prato secolare
coprendolo magari di botteghe,
assumendo stars dallo sguardo languido,
cercando avidamente
la collaborazione di una guida
e poi, chissà!...
forse un'altra supposizione
darebbe vita ad altre speranze
(ma... e i bottoni scuciti?
E le farse dell'imprevisto?
E l'improvviso abbozzo di sorriso
dell'ammalato di tentazione?).

Nessun commento: