venerdì 4 marzo 2016

IL TEMPO NON TRADISCE.

Un quadretto, pur dispettoso, non interessa,
se poi si fa solletico
e smalto d'oro luccicante.
Il gargarismo di un uccello,
seccato dalla perdita di un'altra piuma,
gracchia l'ennesima volta
panna di mezzanotte.
Mungitura per tutti
e silenzio...
Un'allegria dovuta alla giovinezza
si alza fino in fondo,
viene martedì, alla fine si spegne,
qui di fronte,
spigolata fin sotto alla linea di una sorgente.
Poi si fa mezzogiorno...
Per godere il piacere di uno sprazzo di sole
non serve né piangere, né saltare di gioia.
Basta aspettare che da terra si alzi qualcosa.
Il tempo non tradisce
nemmeno chi lo maledice.
Nella strettoia della storia
serve poco o niente:
qualche ricordo di capricci,
una zattera per attraversare il mare di giugno,
la dura coscienza della realtà del lavoro,
la necessità della fuga.
Non più la nostalgia dell'adolescenza.
Sotto il velo dell'illusione,
un'altra giornata incomincia a ritroso.
Si fa ancora un anno:
è ancora sporgente.

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