sabato 19 marzo 2016

CRISTOFORO, L' AVVOCATO E L' APPARENTE.

Apparente,
quello che andava per esempio,
era accompagnato dall'amico
Cristoforo.
Poi arrivava la musica,
anzi, no, l'avvocato,
quello che fischiava
finché restava dietro l'angolo.
Quando parlava,
quello che diceva
sembrava tutto familiare.
La settimana incalzava,
gli amici erano tutti vicini.
Perdiana,
a fine partita
avevano tutti
reciproche qualità!
L'apparenza, era
invano nutrita
dal segretario ermafrodita
del gruppo non amico.
Muscoloso nel lavoro,
conservava tuttavia una dolcezza
che sapeva di fioritura.
Ma in fin dei conti,
c'entrava poco nel racconto...
Cristoforo dava il nome
a tutto il gregge,
anche a chi non lo apprezzava,
anche alla marca dei calzetti
indossati nelle occasioni
di carezzevole conoscenza.
Come saltellava simpatico Cristoforo
nel colore bigio della sera,
ogni sera circondato
dalle amiche vanitose,
ogni volta ricercato
dagli amici affettuosi,
spesso visto come
uno spettacolo di simpatica esibizione!
Bastava un po' di pioggia
per fargli diventare le guance
lisce come uno stivale,
ma Cristoforo lasciava fare.
Di quello che non si sapeva
altro era la perdizione,
altro erano le promesse.
Lui era della compagnia
della carezza:
addolciva certe serate
con parole speciali
e ci aggiungeva pure le allusioni...
L'altro, l'avvocato,
quello dell'angolo,
fuoriusciva sciorinando
una sequela di parole.
Non faceva niente di impreciso,
scalzava soltanto l'innocenza
da ogni frase che diceva.
Ancora adesso,
ad ogni nuova occasione,
sembra che vada in giro
senza dare un peso alla direzione,
ma quel giorno, lo ricordo,
ha detto questo:
"Amici,
non facciamo troppo caso
ai cavalli inesistenti!
Oggi o domani
suoneremo tutti assieme,
senza appuntamento;
oppure...
ma no, ormai è troppo tardi,
siamo costretti a raccogliere
neanche più le ore del  giorno!
Ci penseremo domani...
Se ci resta qualcosa
dopo l'intrusione della notte,
ci faremo tutti un bel ritrovo
di consenso,
della stessa forma
che ha dato valore
a quelle giornate
che avevamo creduto
tante volte così necessarie
e tanto nobili,
fino a spossarci d'irrequietudine.
Siamo stati così spesso
una moltitudine d'illusi,
senza nemmeno sapere
di quali fili eravamo intessuti!
Eppure,
mai una sola volta
a desiderarci singolarmente perfetti!
Amici, come trombe in un concerto,
siamo andati in cerca di un direttore
e abbiamo trovato invece
nuovi strumenti da adoperare.
Siamo anche adesso
un bel gruppo,
che se ci pensiamo bene
non finisce mica facile
che ci leviamo l'un l'altro
gli stivali di dosso!"
L'amico Cristoforo, in fin dei conti,
è un insegnante d'illusioni.
Precede l'apparente e l'avvocato
prima di ogni trovata.
Lui e l'avvocato
guidano le ore consumate
tutti insieme.
Mai che la pioggia li divida!
Essa viene scalzata
in forma impermeabile
e si modifica,
tentando di congiungersi al  sole,
per dare a tutti
guance lisce
come fossero stivali.

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