sabato 27 giugno 2015

IL GATTO.

Furbo, attento,
aspetta un segnale di preda,
gatto sovrano, pigro,
in attesa dello stipendio di un topo.
Dal balcone,
guarda la gente che passa
con brevi passi sicuri,
alcuni discutono
come topi arrabbiati.
Hanno i nervi tesi,
dopo la caduta della coda...
Lui sogna buoni bocconi,
bisogna cercarli entro stanotte...
L'aria porta
zaffate golose di prede:
lui è l'unghia che si muove,
lui è il padrone della sua unghia
e il nemico della sua preda,
che lo odia
di un odio serotino.
Un mantello di pelo lo protegge,
gli dà un odore francese
e una melensa apparenza
di statua sinuosa,
ad immagine
delle antiche forze
dal pelo radente.
Libero da ogni guinzaglio,
su tutto
sguscia, striscia, struscia,
dall'androne del portone
al vecchio mulino nel buio;
zampetta in silenzio
il manto d'asfalto,
controlla le strade
con occhio di sbirro.
Tra le sue preferenze,
l'assassinio è la più comune;
è estimatore inoltre
di gattine gentili.
Ieri c'era una gattina bionda
dietro l'angolo...
Quando l'ha incontrata,
ha improvvisato un balletto,
poi, alzando la coda,
ha esibito il suo buco del culo...
Statuario nella forma sinuosa,
converge ogni muscolo
alla spina dorsale,
estrae in un attimo
ogni nervo fino alle unghie,
poi dorme, accucciandosi
nel caldo rifugio del pelo.
Più tardi,
andrà in cerca della gattina bionda.
E quella- la mente di una gatta sola-
che si rode e si morde le zampe
per certi appetiti violenti,
quella va fuori di casa,
in mezzo alle strade,
sui marciapiedi oleosi,
nei vicoli che non vedono il sole,
tocca passando le finestre basse,
le tocca e sente il suo odore...
Quando il gatto la vede,
lei è una preda,
lui un ghiottone...
le strade deserte,
gli occhi di mare,
un incontro tra preda e cacciatore...
Lei si abbassa,
lui la sorprende sul collo,
le schiaccia la schiena,
attorciglia certi istinti felini
attorno ai suoi fianchi piegati,
manovra di coda sotto la pancia.
La notte mantiene intatti i desideri.
Di giorno,
il gatto è sul tetto:
i mercanti fanno chiasso
e lasciano buoni bocconi per terra.
Meglio fingersi schiavi
e fare i bravi gattini!
Singolare rifugio del tempo,
orfano dimenticato dal bosco,
vanitoso baffuto dalla carne di giunco,
dal pelo di muschio,
dalla coda di serpente,
leggero come un uccello,
rapido come una sorpresa,
dolce come un regalo,
allegro come un bambino,
vario come un tramonto:
vai, la tua gattina ti aspetta!

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