domenica 21 giugno 2015

QUANDO ERO BAMBINO.

Siamo passati a prendere i nani:
eravamo in dodici, più la maestra.
Sembrava impossibile andare diritti
e noi facevamo rumore;
la gente ci guardava
e rideva.
Topolino era il più vivace
e cantava.
Io l'avevo detto
che non si poteva cantare troppo per tempo.
Avevamo appena cominciato ad andare,
che la pioggia venne giù dappertutto.
Per fortuna avevamo gli ombrelli!
Li abbiamo dovuti aprire tutti.
A onor del vero,
ci hanno dato un certo fastidio,
ma noi eravamo in dodici,
più i nani e poi la maestra.
Abbiamo passato buona parte del tempo
a nasconderci,
mentre la pioggia
veniva dall'alto a cercarci.
Io ho scantonato
perché sono furbo
e mi sono nascosto nella balena.
Dopo ci siamo ritrovati
e calmati.
Cenerentola piangeva ancora,
io sguazzavo nel fango.
Al negozio del bar
abbiamo comprato i gelati:
ha pagato Geppetto, vendendo Pinocchio.
Quanta gente, in corriera!
L'abbiamo presa d'assalto,
la Banda Bassotti, sempre nei paraggi,
ha fatto dei morti.
Siamo arrivati alla periferia
e siamo tutti scesi con molto sollievo.
Paperino aveva un taglio ad una zampa,
io non riuscivo a finire il gelato.
Davanti alla porta del cinema ci siamo fermati.
Poi siamo entrati.
Davano un film di cartoni animati.
Nell'interno,
un pipistrello mi punse sul collo.
Io indossavo un mantello nero.
Sapevo bene quello che dovevo fare
e sparai.
La gente del pubblico,
nell'intervallo,
mi indicava a dito
e mi chiamava "Il Kid".
Col buio, strapazzai Biancaneve:
aveva due belle tettine e ci stava.
All'uscita la tenevo ancora sotto di me,
quando incontrai Cenerentola
che mi gridò: "verme di un Kid!"
e mi diede uno schiaffo.
Io non potevo sparare
e piansi.
Ma ora sono felice lo stesso,
perché la maestra è stata contenta di me.

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