venerdì 26 febbraio 2016

PRIMA DELLA RESURREZIONE E POI DOPO.

Il prato, pingue d'erba,
conservava tutta l'umidità
della notte di maggio.
In alto, ancora lontano nel cielo,
albeggiava.
Il tremolante momento di quell'alba sospesa
su quel luogo disabitato,
si ripeteva in ogni altro luogo della terra
altrettanto disabitato.
L'erba aveva ricoperto ogni cosa,
la macchia aveva invaso i paesi,
enormi rampicanti avevano raggiunto
le sommità dei grattacieli,
le case, senza più porte né balconi,
erano solo abitate da topi e da corvi.
Ma l'erba, alta,
nascondeva migliaia di salme
distese, quiete, in attesa,
in grossi sepolcri di marmo.
In quell'alba
stava per aver fine la lunga attesa.
L'uomo sarebbe risorto,
sarebbe ritornato nelle città,
avrebbe scacciato i topi
e allontanato i corvi
dalle sue case,
avrebbe nuovamente posto balconi e porte
negli appartamenti deserti,
avrebbe tagliato gli alberi
che invadevano le piazze e le strade.
La terra
avrebbe ritrovato il suo vecchio padrone.
In quell'alba,
in ogni luogo della terra,
gli uccelli smisero di cantare,
gli animali a quattro zampe si accovacciarono inquieti,
i  pesci cercarono rifugio nei fondali,
i mari cessarono il loro movimento incalzante
e fu l'aria invece a tremare,
scoccando scintille di fuoco,
come dardi lanciati verso ogni tomba nascosta
e, bruciano le erbe, i rovi, i cespugli,
le rese evidenti.
Poi
la terra tremò,
diede un lungo sussulto, simile
al risveglio del corpo di un gigante,
facendo sì che le tombe
ebbero i coperchi sollevati e spostati,
rivelando i corpi di uomini, donne, bambini,
in attesa soltanto
di svegliarsi e di uscire.
Fu la volta dei lupi
e dei cani selvatici, allora.
Abbaiarono e ulularono tutti insieme
e il frastuono dei loro versi
scosse quei corpi distesi
fino a farli sollevare a mezzo busto,
ancora attoniti, sorpresi, incerti.
Ma quell'incertezza fu fatale
all'uomo risorgente.
La terra diede nuovi sussulti,
i coperchi delle tombe
ricaddero tutti insieme,
schiacciando i corpi degli uomini,
delle donne e dei bambini
affacciati ai bordi dei sepolcri.
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Il mare riprese il suo moto ondoso
e gli uccelli ripresero i loro canti festosi.

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