martedì 21 aprile 2015

DOPO CENA

Dopo cena
c'è spesso un pò d'acqua
divaricata a memoria
e gong di finestrelle
con più di zucche fiorite
di quanto tavolo e respiro
diano prurito e sollievo.
Dopo cena,
al più che s'ode,
viene speranza di starnuto
e gongolìo di vasca
e petalo di sospiro,
sempre tuttavia
lamento a parte
e costipazione incisa.
Attenzione:
la geometria dell'anticipo
si ingrossa,
con l'umidità della sera.
Dopo cena,
la digestione allunga la veglia
e beve,
fino all'ultima goccia di colore,
il tramonto a parte.
L'acqua,
sarà l'acqua,
che tende l'arco della schiena,
che porge a tutti vesciche d'amore
in balìa d'interlocutore.
D'orlo,
sarà d'orlo,
il pullman in corsa
vuoto,
ma pur sempre prigioniero.
Dopo cena
l'ovo,
sarà l'ovo,
impresso al fumo,
in cospetto d'uncinetto,
mollerà la sottanina sul velo.
Dopo cena,
ladunque il caduto
trasmette
alla generazione delle rane
un sospiro
arterioso,
cipolloso,
sonnacchioso,
la sera si fa municipio
e trasforma
l'appello
in disordine e sogno.


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