domenica 5 aprile 2015

Un cavaliere sconosciuto.


Un cavaliere sconosciuto.


Una torre
si rivelava,
modellata da un grande cielo
di cobalto.
Nella torre
c'era un  bicchiere
di cristallo,
a metà colmo
di un vino sconosciuto.
A fianco, una bottiglia
già stappata,
senza nome, senza data.
Nella torre,
un cavaliere sconosciuto
si scolò il bicchiere
e pure la bottiglia.


Sono Babbo Natale.


Navigo
sopra i rami
dei pini
e mi diverto,
con tanti doni
e della carta stagnola.
La luce della mia slitta
è intermittente, variabile,
rosso-nero, nero-rosso;
atterro a pancia piena
e mi diverto con la discesa.
Freno,
premo il pedale,
controllo la corsa
e atterro:
sono Babbo Natale.


Infinito.


Il gran cielo deserto
è senza confini:
è immenso,
è ampio,
è pieno di stelle luminose.
In solitudine,
veglia una luna
guardiana.
Il vento,
che di silenzio
non ne vuol sapere,
fruga ai confini dello spazio.
Il gran cielo deserto
fugge, ritorna,
si espande infinito.


Parole conservate.


Un'altra volta
andrò a comprare
un nuovo libro
e lo sceglierò
tra quelli 
che non si lasciano ammuffire.
Chi ama i libri
mi può capire.
Intendo parlare
di quelle piccole parole,
conservate come ciliegie sotto spirito,
di gente che,
dopo averci lasciato il cuore,
cerca ancora
di affermarsi con onore.
Tornerò ancora,
usando il mio metodo abrasivo
per lo sconto
e mi porterò a casa
una nuova raccolta
di parole essiccate,
schiacciate con dei rulli compressori
e poi stampate.



Nessun commento: