lunedì 18 maggio 2015

IL CIELO SPIEGHERA' OGNI COSA.

Cade l'acqua sulla bocca
più fucina o mandolino
e grazie a chi l'inghiotte;
tutto si perde,
ritratto in labbro superficiale.
Canto d'uva o di muschietto...
sprizzano gli occhi
di lacrime d'oro
e poi un guizzo...
o magari un senza fine!
L'umido sotterfugio del fiore
balbetta fantasia di sole,
importante come un vecchio microsolco,
piacevole pur senza tante parole.
Eppoi il fluire del tempo dentro al cuore,
il cielo illuminato ancora...
e l'ombra, ancora...
Niente per una briciola o una ciocca,
pur di difendere il timore
che ferro e vetro diventino ghirlanda.
Ogni giorno nuovo
porta parole nuove
a frotte, a fronde,
a groviglio di seme
e ciò che resta
sta bene,
si muove,
usa sempre la sua chiave.
Le gemme della ricostruzione,
sfocate,
annientate,
vanno vagando tutto intorno
per ritrovare, o per sapere,
le nuove traversie
ostinatamente sospese.
E non fa freddo,
neanche se piove:
il cielo spiegherà ogni cosa,
senza chiedere
e senza nulla volere.

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