giovedì 28 maggio 2015

LA NOTTE INVERNALE.

Nella sera d'inverno,
con la schiena carica di freddo,
i soli punti caldi sono le stelle nel cielo.
Non accade niente.
Il freddo geme un dolore di ossa
indurite dalla roccia primitiva,
mentre la neve rattrappisce anche l'erba.
Un brivido colmo di forza
scatena una forza senza vita:
è la notte invernale.
E l'inverno si presenta
effondendo il suo fiato sterile:
il fiato dei precipizi
scende dalle scarpate ripide della roccia
verso le vallate ingorde di sole
e poi penetra con una lingua nera
in ogni fessura sorpresa a sfiatare calore
e ruba, ruba,
nasconde il timore della lontananza
negli occhi furbi del gatto solitario
e del corvo, sopravvissuto al dominio dell'uomo.
L'uomo,
più di ogni altra cosa
teme l'orrore della fine.
Egli si nasconde
nel guscio caldo della sua casa
e aspetta ad uscire
finchè il sole non offra ancora
il dono della primavera.

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