martedì 12 maggio 2015

IL MARE E' LO SPUTO DI UN GIGANTE?

Il mare  è il rimbombo di una serratura che si chiude,
o la fanfara di una banda musicale?
E' semplice il mare,
oppure aggrovigliato?
Con un cucchiaio nella mano,
un santone illuminato
si versa sale nella gola.
Il mare, desalinizzato, si riprende
e continua la sua corsa indifferente.
Un pescatore, dotato di una barca,
lancia reti per fermarlo
e rimane con due pesci intrappolati.
Ancora il mare
continua la sua corsa indifferente.
E' una corsa di grancassa?
Un prigioniero, con la palla al piede,
scompare sotto l'acqua,
ripescato dopo un anno dai sommozzatori.
E' una corsa di martirio?
Il vento soffia un'aria di pavana,
un gabbiano trilla un motivetto:
ogni giorno è musica di festa.
E' un bel maschietto inzaccherato,
oppure una donna ammaliatrice?
Oppure soltanto una via di uscita
dalla verde massa della terra
fino ai riflessi neri degli scogli?
E' un ritratto del cielo?
E' suo il lento gocciolare della pioggia?
Quante montagne servono per fermarlo?
E' il sole che sorge dal mare,
o è il mare che sorge dal sole?
Il mare racconta la sua storia
e la scrive sulla sabbia,
ma certi pescatori hanno cancellato
alcune tracce,
pur di trascinare i pesci nelle barche.
Erano giovani quei pescatori?
Sono riusciti a levare le spine da quei pesci?
Chi potrà ancora ritrovare
le stesse tracce,
sulla stessa sabbia,
degli stessi pescatori?
Ci saranno ancora
pescatori da osservare?
E poi, ancora,
al mare bisogna chiedere,
oppure rispondere?
Quelli che fanno domande,
sono forniti di grosse àncore
e stanno ancora aspettando.
Quelli che sanno rispondere
sono abili nuotatori,
ma inseguono inutilmente
pesci più veloci di loro.
Chi pensa che nei fondali
funzionino clessidre d'acqua,
non ha mai imparato a nuotare.
L'opinione comune, dunque,
è che le domande sono tante.
Le teorie si ammucchiano tra le onde,
sugli arenili;
che il mare sia soltanto
lo sputo di un gigante?

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