mercoledì 6 maggio 2015

LO SBADIGLIO DELL' UOMO.

La musica dell'aria
potrebbe anche intoppare
in un arcipelago di rocce bianche
e il vento della notte
finirebbe forse adescato
da un boschetto di ligustri
e il fiato di un uomo
potrebbe apprezzare
il fascino goloso
del sonno profondo,
soltanto
che una volta
si privasse del riposo...
Allora non varrebbe
né segreto d'acqua dolce
né silenzio di palude,
per frenare il bisogno di riposo
dell'uomo cacciatore.
Quest'uomo sbadiglia quando è stanco
e ricorda
le notti della caccia,
le foreste scure,
il fuoco del camino acceso.
L'uomo indorato di vernice fresca,
che si muove attento
dentro maglie colorate
e che dorme senza faticare,
senza mai seguire le orme
delle lepri silenziose,
quell'uomo che ben sopporta
il dolore dell'abbandono,
si vergogna del suo sbadiglio
e lo nasconde
con la mano.
E' l'uomo pescecane
che mostra l'abisso della bocca
con aria spavalda,
è l'uomo senza accappatoio
che mostra il furore del suo corpo
dopo il bagno,
è l'uomo avido di vento
che inghiotte col respiro
nugoli di zanzare
e resta indifferente,
è questo
l'uomo che ripete
lo sbadiglio del tempo più lontano
e non lo nasconde
con la mano.

Nessun commento: